Coltivare l’Albicocco, la guida completa

Coltivare l’Albicocco, la guida completa con tutti i passaggi da seguire, dall’impianto fino alla conservazione dei frutti.

Coltivare l’Albicocco: tutti i passaggi


  • Introduzione;
  • Carta d’identità;
  • La crescita;
  • Le esigenze ambientali;
  • Le varietà principali;
  • Che cosa c’è in 100 gr d’Albicocca;
  • Il terreno;
  • La propagazione;
  • L’Albicocco e le altre piante;
  • L’impianto;
  • La potatura;
  • I lavori da eseguire durante la coltivazione;
  • La concimazione;
  • Irrigazione;
  • La raccolta;
  • Le principali malattie dell’Albicocco;
  • Come riconoscere la qualità;
  • La conservazione.


L’albicocco appartiene alla famiglia delle Rosacee Prunoidee (come il pesco, il ciliegio e il susino).

In base agli studi più recenti si ritiene che sia originario della parte settentrionale della Cina.

In epoca preistorica la sua coltivazione veniva praticata in Medio Oriente, come testimonia il ritrovamento di alcuni noccioli di albicocche in diversi scavi archeologici effettuati in Armenia, tra le costruzioni risalenti al 4000 a.C. Durante il II secolo a.C.

L’albicocco venne introdotto nell’area mediterranea.

Anche i Romani conoscevano questa pianta e ne consumavano i frutti.

Il nome comune della specie albicocco deriva, attraverso l’arabo, dal latino praecox, che significa precoce: questa pianta, infatti, fiorisce già alla fine di febbraio.

La maggior parte delle varietà coltivate discende dalla specie Prunus armenica, un albero che può raggiungere l’altezza di 6-8 m.

L’Italia, la Spagna e la Grecia sono i principali Paesi europei produttori di albicocche destinate al consumo diretto, mentre altri, come la Francia, indirizzano la produzione all’industria delle marmellate, delle confetture e delle albicocche sciroppate.

La coltivazione dell’albicocco è praticata negli orti familiari di diverse regioni della penisola, sia settentrionali sia meridionali.

Quella specializzata è invece molto concentrata: circa il 60% dei frutti che vengono venduti sul mercato italiano proviene dalla Campania, il 22% dall’Emilia-Romagna, il resto dalla altre regioni del Centro-Sud.

Carta d’Identità


Nome scientifico


Prunus armeniaca

Famiglia

Rosacee Prunoidee

Inglese: Apricot-tree;
Francese: Apricot-tree;
Tedesco: Aprikosenbaum;
Spagnolo: Albaricoquero.

Parte utilizzata


Frutto

Come si impianta


Profondità: 20-30 cm;
Distanza tra le file: 3-4 m;
Distanza tra le piante: 2-4 m;
N° piante/10 mq: 1 circa.

Ciclo annuale


Germogiamento: Marzo;
Fioritura: fine Febbraio-metà Marzo;
Raccolta: Maggio-Luglio;
Resa media: 2 kg/mq.

Conservazione


per 7-10 giorni alla temperatura di 1-4 °C
Altri metodi: surgelamento


Com’è fatta la Pianta

L’Albicocco è una pianta arborea che raggiunge un’altezza media e presenta un’ampia chioma.

Quando è innestato su un portainnesto abbastanza vigoroso, può produrre frutti in abbondanza per 18-20 anni o anche più.

È bene pero tener presente che la produzione inizia generalmente dopo 3-4 anni dall’impianto.

Se si selezionano, invece, portinnesti moderni, poco vigorosi, il periodo produttivo inizia 2-3 anni dopo l’impianto, ma ha una durata inferiore: 13 o, al massimo, 15-16 anni.

I Frutti

Coltivare Albicocco - i frutti

Le parti utilizzate come alimento sono i Frutti, che hanno dimensioni medie e sono di colore giallo-arancio, con tonalità della varietà; talvolta possono presentare sfumature rosse.

La polpa, di colore giallo, è soda, ha un sapore dolce e una buona consistenza.

Il nocciolo racchiuso nelle albicocche si distacca molto facilmente dalla polpa.

Per tale caratteristica questi frutti vengono chiamati spiccagnoli. Hanno forma ovale, in alcune varietà quasi sferica, e una superficie regolare.

Il picciolo è piuttosto corto: quasi sempre, durante la raccolta, si rompe nel punto in cui è collegato al frutto e rimane attaccato al ramo.

All’interno del frutto, nella cavità centrale, è contenuto il seme, di colore bruno scuro, piuttosto grande: ha forma ovale e una consistenza legnosa.

Il Fusto

L’albicocco ha un unico Fusto, che raggiunge un’altezza variabile tra 1/2 m e oltre 2 m e sorregge la chioma piuttosto ampia, formata da rami di diversa grandezza, che sono suddivisi nelle categorie qui di seguito elencate.

Le branche primarie: sono unite direttamente al tronco, hanno dimensioni piuttosto grandi e sono in numero variabile da 3 a 6, a seconda della forma di allevamento.

Le branche secondarie: si sviluppano da quelle primarie e, insieme a queste, costituiscono lo scheletro permanente della chioma.

Vanno potate soltanto nei primi anni di crescita, quando è necessario dare la forma definitiva alla pianta.

I Rami

I Rami che hanno fruttificato devono essere rinnovati periodicamente per mezzo di una potatura.

I Rami fruttiferi sono collegati alle branche secondarie oppure direttamente alle primarie; su questi rami si sviluppano i fiori e i frutti.

Dopo che hanno prodotto, i rami fruttiferi devono essere periodicamente rinnovati per mezzo di una potatura ordinaria.

Le Radici

Le Radici sono piuttosto grandi; quelle degli albicocchi innestati su portinnesti tradizionali, molto vigorosi, hanno una buona espansione e si sviluppano fino a 120 cm di profondità.

Se invece si utilizzano i moderni portinnesti nanizzanti, le radici tendono a rimanere assai più in superficie, spingendosi nel terreno a una profondità non superiore a 60-70 cm.

I Fiori

La fioritura della Pianta d’Albicocco avviene tra la fine di Febbraio e la metà di Marzo.

I Fiori singoli, hanno 5 petali di colore bianco o bianco-rosato.

La fioritura avviene in un periodo compreso tra la fine di febbraio e la metà di marzo, a seconda della zona in cui la pianta cresce.

Le Foglie

Coltivare Albicocco - le foglie

Le Foglie hanno una caratteristica forma a cuore e il margine più o meno seghettato a seconda della varietà. Sono di colore verde con alcune sfumature rossastre e prive di peli.

Da ricordare


L’Albicocco produce frutti su 3 diversi tipi di rami, che hanno dimensioni e caratteristiche differenti.

Il dardo a mazzetto ha un ciclo produttivo di circa 20-25 anni, mentre il brindillo e il ramo misto hanno un ciclo produttivo di 1 solo anno.

Questi rami hanno caratteristiche molto simili a quelle degli analoghi rami del pesco.

Si rimanda perciò alla descrizione fornita per questa pianta.


La crescita

L’albicocco, come tutte le piante da frutto, ha una crescita piuttosto lenta, che si può suddividere nelle 4 fasi che elenchiamo.

Fase improduttiva

Dopo 3 anni dall’impianto si sviluppano solo gli organi vegetativi: foglie, fusti, radici.

Fase produttiva crescente

La produzione, iniziata nel quarto o quinto anno dopo l’impianto, aumenta fino a raggiungere i massimi livelli quando la pianta ha circa 8-9 anni di vita.

Fase produttiva costante

Da questo momento la produzione rimane costante per molti anni.

Fase produttiva decrescente

Dopo circa 16-18 anni dall’impianto, la produzione inizia a diminuire.

Questo calo avviene più o meno rapidamente a seconda della varietà.

In ogni caso, dopo circa 2-3 anni dall’inizio di questa fase, è bene estirpare le piante, effettuando il cosiddetto espianto, perché i tempi delle lavorazioni diventano troppo lunghi e i costi troppo elevati rispetto alla produzione ottenuta.

L’epoca migliore per effettuare l’espianto deve essere valutata in base soprattutto alla varietà e alle condizioni delle piante.

La temperatura ottimale per la crescita è compresa tra i 20 e i 23 °C.

Da ricordare


Quando si utilizzano i portinnesti nanizzanti, il ciclo produttivo del frutteto di albicocchi si riduce.

La fase improduttiva dura solo 2 anni, mentre quella di produttività crescente inizia 2 anni dopo l’impianto e termina dopo 6-7 anni.

Quella di produttività costante dura fino a 13-14 anni, quindi inizia il calo.

Nel complesso, le piante innestate sui portinnesti nanizzanti hanno un periodo produttivo non superiore a 15-16 anni e un ciclo di coltivazione più breve rispetto a quelle innestate su portinnesti tradizionali.


Le esigenze ambientali

L’albicocco può essere coltivato facilmente negli orti familiari e richiede un terreno fresco e ricco di sostanza organica.

L’albicocco è una pianta che, per la sua crescita, richiede molta luce.

Predilige perciò le posizioni soleggiate e non tollera l’ombra neppure per poche ore al giorno.

Può essere coltivato anche in collina, ad altitudini non superiori a 700 m di altezza perché non resiste molto al freddo.

Durante l’inverno tollera una temperatura fino a -12 °C senza subire danni, perché perde le foglie ed entra in uno stadio di riposo vegetativo.

Il periodo più critico coincide però con l’inizio della primavera.

I fiori, che come si è detto spuntano tra la fine di febbraio e la metà di marzo, possono essere molto danneggiati dalle brinate primaverili perché sono assai delicati.

Per questo motivo l’albicocco non può essere coltivato in zone dove l’inverno dura a lungo e in cui possono verificarsi brinate anche a primavera inoltrata.

Il terreno più adatto per la crescita di questa coltura è fresco, ricco di sostanza organica e neutro, cioè con un pH compreso tra i valori 6,5 e 7,5.

L’albicocco ha invece una crescita stentata nei terreni molto ricchi di argilla perché non tollera i fenomeni di ristagno idrico, che frequentemente si verificano sulla superficie di questo tipo di suolo.

Quando il terreno è eccessivamente umido, se si ha un ristagno di media durata, anche di soli 3-4 giorni, le radici arrestano la loro crescita e possono morire per asfissia.

La Pianta d’Albicocco se innestata su portainnesto vigoroso, può produrre frutti per 18-20 anni.

Per saperne di più…


Le fasi di crescita in un (1) anno

È importante conoscere le diverse fasi di crescita che l’albicocco attraversa durante l’anno.

Ciò consente infatti di eseguire nell’epoca giusta le diverse lavorazioni richieste dalla coltivazione di questa pianta.

Lo stadio di gemma ferma è l’epoca in cui la pianta è ancora a riposo. Questa fase termina di solito a metà febbraio.

Lo stadio dei cosiddetti bottoni bianchi si verifica tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, dopo che le gemme a fiore hanno cominciato a rigonfiare. Questa fase coincide con l’inizio della fioritura.

La piena fioritura consiste nell’apertura delle corolle.

La caduta dei petali si verifica verso la metà di marzo o poco dopo. Questa fase coincide con il germogliamento, ossia con l’emissione delle prime foglioline.

L’allegagione è il primo stadio di sviluppo dei frutticoli; nel frattempo i fiori che non sono stati fecondati cadono.

Queste fasi hanno una durata complessiva di 20-30 giorni, a seconda della varietà, e sono seguite da un periodo di accrescimento dei frutti, che termina quando le albicocche sono mature e ormai pronte per la raccolta.


Le varietà principali

Le varietà principali di albicocco più diffuse in Italia sono circa una trentina.

Si possono dividere in 3 grandi gruppi in base all’epoca di maturazione.

Li elenchiamo qui di seguito:

1. Precoci

Producono albicocche che maturano entro la metà di giugno.

2. A maturazione media

Le albicocche prodotte maturano all’inizio di luglio.

Tra queste ricordiamo l’Albicocca di Valleggia, tipica della Liguria, di medie dimensioni, con il sapore ed aroma intenso, la buccia sottile e dal colore arancio con tanti puntini rosso mattone.

3. Tardive

Dato che i frutti maturano più tardi rispetto a quelli delle altre varietà, la loro coltivazione è particolarmente consiglia nelle zone dove si possono verificare gelate primaverili.

Tra queste ricordiamo la varietà Fracasso, che produce frutti di medie dimensioni, di forma rotondeggiante, che hanno una buccia gialla con sfumature rosse e polpa di buona consistenza e la varietà Reale d’Imola, che produce frutti abbastanza grandi, leggermente ovali, con buccia arancione e polpa poco consistente.

Tutte le varietà disponibili su Euro Plants Vivai presentate per epoca di maturazione sono disponibili nella seguente guida: Guida Epoca Maturazione Albicocco.

Che cosa c’è in 100 gr di Albiccocca


  • Parte commestibile 94%
  • Ferro mg 0.50
  • Proteine totali g 0.40
  • Sodio mg 0.00
  • Lipidi totali g 0.10
  • Potassio mg 320.00
  • Glucidi totali g 7.60
  • Fosforo mg 16.00
  • Amido g 0.00
  • Vitamina B1 mg 0.03
  • Glucidi solubili g 7.60
  • Vitamina B2 mg 0.03
  • Energia Cal 31.00
  • Vitamina PP mg 0.50
  • Fibra alimentare g 2.09
  • Vitamina A mcc 360.00
  • Colesterolo mg 0.00
  • Vitamina C mg 13.00
  • Calcio mg 16.00


Il Terreno

Prima di effettuare l’impianto della pianta di albicocco è necessario lavorare con molta cura il terreno.

Nel periodo compreso tra metà agosto e la fine di settembre si deve effettuare uno scasso a una profondità pari almeno a quella che raggiungeranno le radici quando la pianta sarà adulta.

Se le piante sono innestate su portinnesti tradizionali, molto vigorosi, è bene effettuare questa lavorazione preliminare a una profondità di 120 cm; se si utilizzano invece i moderni portinnesti nanizzanti, l’operazione di scasso va effettuata a una profondità di 60-80 cm.

Prima di eseguire l’impianto in pieno campo è bene anche lavorare il terreno con la zappa e il rastrello, per sminuzzare le zolle e livellare la superficie.

Per soddisfare il fabbisogno di una famiglia formata da 4 persone è sufficiente coltivare 1 pianta di albicocco, se il portainnesto usato è vigoroso; se si utilizzano invece portainnesti deboli, è necessario coltivarne 2 o 3 piante.

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La Propagazione

La propagazione dell’albicocco avviene in modo analogo a quella del pesco; si rimanda, perciò, a quanto detto per la coltivazione di questa specie.

L’unico aspetto differente riguarda i portainnesti usati.

Quelli dell’albicocco possono essere suddivisi in 2 categorie principali:

tradizionali: sono chiamati franchi.

Servano dal seme di varietà coltivate di albicocco e sono molto vigorosi.

Hanno caratteristiche diverse l’uno dall’altro, per cui, una volta innestati, produrranno piante di dimensioni differenti;

clonali nanizzanti: derivano da varietà specificamente selezionate.

Una delle più importanti è la specie selvatica mirabolano (prunus cerasifera), da cui si ottengono frutti, non commestibili, simili alle ciliegie.

Le piante che si ricavano da questi portinnesti avranno dimensioni omogenee e una taglia piuttosto ridotta.

L’Albicocco e le altre Piante


Consociazioni possibili

Fagiolo, Fava, Pisello (tra le file).


L’Impianto

L’impianto richiede una particolare cura nell’esecuzione delle diverse operazioni necessarie.

Anche un piccolo errore può infatti compromettere l’attecchimento delle piantine.

È necessario eseguire l’impianto quando ancora non è iniziato il periodo delle gelate, altrimenti diverse piantine potrebbero morire prima di aver attecchito, determinando notevoli perdite nella coltivazione.

L’epoca migliore è l’Autunno, precisamente il periodo compreso tra l’inizio d’Ottobre e la fine di Novembre, a seconda del clima della zona.

Se l’Inverno è molto rigido, si può anche effettuare questa operazione a Primavera, appena la temperatura delle notte si è stabilmente assestata al di sopra di 6-7 °C.

In linea di massima si consiglia di attenersi alle indicazioni che seguono.

1.

Si scava o delle buche a una profondità di 20-25 cm. ed a una distanza l’una dall’altra di 3,5 – 4,5 m.: questa va determinata in base alla vigoria della pianta ed alla forma d’allevamento scelta.

Le dimensioni delle buche dovranno essere leggermente superiori a quelle del vaso in cui sono state acquistate le Piante da impiantare.

Questa operazione va eseguita dopo che siano stati ultimati tutti i lavori di preparazione del terreno.

2.

Gli astoni da impiantare devono essere disposti nelle buche ad una distanza di 1,5 – 4 m. l’uno dall’altro e con il pane di terra al centro della buca.

Le basi delle Piante vanno ricoperte con un pò di terra, fino a che la superficie del suolo risulti ben pareggiata.

3.

Bisogna comprimere il terreno intorno alla Pianta per farlo aderire bene alle radici; quindi si apporta una nuova terra per colmare gli infossamenti che si formano.

L’operazione va ripetuta più volte fino a che il suolo non risulti abbastanza compresso e la sua superficie perfettamente pareggiata.

Euro Plants Vivai consiglia d’annaffiare abbondantemente per eseguire al meglio questo passaggio.

4.

Si effettua poi un taglio di raccorciamento dell’astone, a circa 50-70 cm. di altezza.

Ciò favorisce la produzione di rami laterali, tra i quali verranno selezionate le branche primarie.

Le Piante d’Albicocchi in vaso acquistate su Euro Plants Vivai, non dovranno seguire questo passaggio, in quanto sono già impalcate.

Attenzione a…


E bene non produrre autonomamente le barbatelle, ricavando le talee da una Pianta d’Albicocco presente nell’Orto.

Si suggerisce d’acquistare invece delle Piante in vaso presso un Vivaio, dove la loro qualità è attestata con certificato.

Questo offre la garanzia che i portainnesti sono esenti dalle principali malattie che possono colpire la specie, in particolare da quelle provocate dai virus.

Tale modo di procedere comporta senza dubbio costi maggiori, ma in compenso consente di prevenire, almeno all’inizio, di diffondersi di gravi malattie.

Queste piante sono produttive per un lungo periodo: una loro sostituzione a pochi anni dall’impianto arreca, perciò, gravi danni economici.


La Potatura

La coltivazione delle piante di albicocco richiede potature regolari, che vengono eseguite con procedimenti leggermente differenti a seconda della varietà.

La potatura ordinaria, quella che viene comunemente effettuata, risponde a due diversi scopi.

Potatura di allevamento

Durante i primi anni di crescita è bene effettuare una serie di tagli per dare alla Pianta la forma definitiva che si è scelta, cioè la cosiddetta forma di allevamento.

Questo primo tipo di intervento prende il nome di potatura di allevamento e, di solito, termina dopo circa 4 anni dall’impianto, quando la struttura della chioma della Pianta è in pratica completa.

Le Piante d’Albicocchi in vaso acquistate su Euro Plants Vivai, dovranno seguire in parte questo passaggio, in quanto sono già impalcate.

Potatura di produzione

Quando la Pianta inizia a produrre frutti, dopo 2-3 anni dall’impianto, è necessario intervenire annualmente con una potatura regolare, per rinnovare i rami che hanno già fruttificato.

L’operazione consiste, dunque, nell’eliminazione dei rami vecchi per consentire lo sviluppo di quelli giovani, che produrranno nuovi frutti.

Questo secondo tipo d’intervento si chiama potatura di produzione.

Tale operazione viene effettuata duranti i mesi invernali, in un arco di tempo che va dalla caduta delle foglie a 2-3 settimane prima del previsto germogliamento, cioè nella fase del cosiddetto riposo vegetativo.

Vi è un periodo della durata di 2-3 anni, nel quale la potatura di allevamento si esegue contemporaneamente a quella di produzione.

In pratica, con un unica operazione un potatore esperto modifica la forma della Pianta e asporta i rami da frutto che hanno già prodotto e sono ormai esauriti.

La potatura di produzione richiede una tecnica differente a seconda dei rami fruttiferi.

I dardi fioriferi

I dardi fioriferi non devono essere mai potati perchè hanno un ciclo produttivo molto lungo.

Brindilli o rami misti

I brindilli o rami misti, che invece hanno un ciclo produttivo di un solo anno, devono essere eliminati nella misura media del 50%.

Sulla Pianta si possono trovare contemporaneamente brindilli e rami misti dell’anno scorso, che devono ancora fruttificare, ed altri dell’anno precedente, che hanno già prodotto frutti.

Solo questi ultimi devono essere eliminati.

Attenzione a…


E bene programmare l’esecuzione della potatura in modo tale che termini 2-3 settimane prima della fioritura, cioè entro la fine di febbraio.

L’effettivo risveglio vegetativo della Pianta, ossia la sua uscita del riposo invernale, coincide con l’inizio dell’attività dell’apparato radicale.

Essa si manifesta con la fuoriuscita di liquido dalle ferite provocate dalla potatura.

Se questa viene effettuata in ritardo, quando cioè le radici sono già in attività, oppure addirittura quando la Pianta è già fiorita, la crescita si arresta per qualche settimana.

Di conseguenza tutte le fasi del ciclo della Pianta, dalla fioritura, se non si è ancora verificata, alla maturazione dei frutti, saranno ritardate ed alla fine si avranno Albicocchi in numero minore e di dimensioni più piccoli rispetto alla norma.


I lavori da eseguire durante la coltivazione

E bene effettuare periodicamente un diradamento dei frutti, eliminando quelli più piccoli e deboli. Una produzione eccessiva compromette la qualità degli Albicocchi.

Oltre alla potatura, è bene eseguire ogni anno una o più sarchiature tra le file, per arieggiare lo strato superficiale del terreno ed eliminare le eventuali erbe infestanti.

Se si utilizzano portainnesto nanizzanti, occorre fare attenzione a non spingere queste lavorazioni ad una profondità superiore ai 20-25 cm. per non danneggiare le radici delle Piante, che si sviluppano piuttosto in superficie.

Per quasi tutte le varietà è necessario effettuare un diradamento dei frutti.

Gli Albicocchi, infatti, tendono a produrne in quantità notevole.

Non tutti, però, devono essere lasciati maturare, perchè alla fine si otterrebbe una produzione d’Albicocchi piccoli e di qualità scadente.

È necessario, pertanto, asportare i frutti più piccoli e deboli, o quelli che crescono a distanza troppo ravvicinata ostacolandosi a vicenda.

Tale operazione va di solito effettuata circa un mese dopo la fioritura, cioè dalla seconda metà d’Aprile, all’inizio di Maggio, a seconda delle zone.

Negli Orti familiari, poiché il numero di Piante presenti è ridotto, questa operazione viene eseguita manualmente.

La concimazione

L’albicocco richiede una concimazione media.

Il suo fabbisogno nutritivo è riportato nella tabella a lato.

La concimazione di impianto si esegue contemporaneamente allo scasso, mescolando alla terra letame o compost ben maturi, in ragione di 6-7 Kg/mq.

In alternativa, si possono distribuire concimi chimici, fornendo tutto il fosforo, il potassio ed il calcio necessari e una quantità d’azoto pari a circa 1/2 od al massimo 2/3 della dose consigliata nella tabella, sotto forma di concime a lento effetto (urea o un altro concime contenente azoto ammoniacale).

In Primavera, 2-3 settimane prima del germogliamento, si distribuisce la rimanente dose di azoto, sotto forma di concime a pronto effetto, che contiene cioè azoto nitrico.

Durante gli anni successivi all’impianto, si somministrano concimi chimici, secondo le dosi consigliate nella tabella, suddividendo la concimazione in due (2) fasi.

Per arricchire il terreno di sostanza organica, è necessario effettuare anche una concimazione autunnale con letame o compost, in ragione di 7-8 Kg/mq, almeno ogni tre (3) mesi.

In questo caso, la concimazione organica sostituisce quella chimica, che perciò non deve essere eseguita nel corso dell’anno.

I concimi devono essere sempre somministrati sulla superficie del terreno e, successivamente, interrati con una zappatura praticata ad una profondità di 20-25 cm.

Quantità media di principio attivo necessaria per ogni KG di prodotto

  • Azoto (N) g 7
  • Anidride fosforica (P2O5) g 3,5
  • Ossido di potassio (K2O) g 7
  • Ossido di calcio (CaO) g 2,5

Quantità media di principio attivo necessaria per Mq di terreno

  • Azoto (N) g 140
  • Anidride fosforica (P2O5) g 70
  • Ossido di potassio (K2O) g 140
  • Ossido di calcio (CaO) g 50

Da non fare


L’Albicocco richiede un terreno fertile e ben dotato di humus.

E necessario tuttavia evitare la somministrazione di letame fresco, cioè di pochi mesi, perchè la sostanza organica non decomposta, se si trova a contatto con le radici, le può danneggiare.

Lo stesso problema si può verificare quando si utilizzano alcuni concimi a base di fosforo o di potassio.

Per sicurezza è sempre meglio distribuirli nello spazio tra le file, il più lontano possibile dalle radici.


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Irrigazione

Per l’irrigazione delle Piante d’Albicocco è necessario adottare un sistema che consenta di apportare ogni volta quantità limitata d’acqua perchè un eccesso di umidità provoca un innaturale accrescimento della polpa dei frutti.

L’albicocco, per svilupparsi, richiede, la somministrazione di una discreta quantità d’acqua: circa 600 mm. all’anno, concentrati in Primavera ed in Estate.

È consigliabile, pertanto, adottare un sistema d’irrigazione che permetta ogni volta di apportare quantità limitate d’acqua, come per esempio il sistema a goccia o quello a pioggia lenta.

Bisogna evitare anche gli eccessi: un apporto d’acqua esagerato, infatti, favorisce la crescita delle foglie e dei germogli a scapito di quella dei frutti e riduce la consistenza della polpa, rendendo così gli Albicocchi meno conservabili e compromettendone la qualità.

Inoltre, un irrigazione troppo abbondante, soprattutto se eseguita dopo un periodo di siccità, può provocare un precoce accrescimento della polpa che, gonfiandosi d’acqua, non permette alla buccia di svilupparsi.

Questo fenomeno, che interessa soprattutto gli Albicocchi con la buccia sottile, prende il nome di cracking.

I frutti si spaccano ed ovviamente non possono essere commercializzati.

Quando si adotta il metodo d’irrigazione a pioggia, è preferibile distribuire l’acqua sul terreno e non direttamente sulle Piante.

È bene infatti d’evitare di bagnare i frutti, soprattutto durante le ore più calde della giornata, perchè le goccioline d’acqua si comportano come una lente e concentrano i raggi del sole sulla loro superficie provocando gravi ustioni.

Inoltre, l’eccesso d’umidità sulla pianta può facilmente determinare l’insorgere di marciumi.

La raccolta

La raccolta, nelle diverse varietà d’Albicocco, avviene in un periodo compreso tra Maggio e Luglio.

La raccolta delle albicocche deve essere eseguita in epoche diverse a seconda della varietà.

In quelle precoci, che sono coltivate soprattutto al Sud, i frutti devono essere raccolti entro metà giugno; in quella a maturazione media devono essere raccolti in un periodo compreso tra metà giugno e l’inizio di luglio; nelle tardive vanno raccolti dopo la prima decade di luglio.

La raccolta deve essere effettuata a più riprese, in media 2 volte ogni 7 giorni, per 1-2 settimane, man mano che i frutti maturano.

Si esegue staccando il picciolo dell’albicocca dal ramo a cui è collegato, afferrando il frutto con una mano e operando una leggera torsione.

Le principali malattie dell’Albicocco


Organo colpito

Foglie e germogli

Sintomi prevalenti

Presenza sui giovani germogli e sulle foglie di un insetto lungo circa 3 mm, che punge le nervature e succhia la linfa; le foglie si increspano assumono un colore bianchiccio.

Causa probabile

Afide farinoso

Nome scientifico

Hyalopterus pruni



Organo colpito

Rami e fiori

Sintomi prevalenti

Formazione di escrescenze gommose sui rami e successivo deperimento dei fiori.

Causa probabile

Moniliosi

Nome scientifico

Monilia fructigena



Organo colpito

Foglie e frutti

Sintomi prevalenti

Formazione di tacche circolari, di linee o anelli gialli sulle foglie e di infossamenti sulla buccia dei frutti.

Causa probabile

Sharka

Nome scientifico

Plum pox



Organo colpito

Foglie e frutti

Sintomi prevalenti

Formazione di tacche che costituiscono una specie di ragnatela sui frutticoli e di macchie bianche, di aspetto polverulento, nella pagina inferiore delle foglie, che poi si accartocciano.

Causa probabile

Oidio (mal bianco)

Nome scientifico

Podosphaera oxyacanthae



Organo colpito

Frutti

Sintomi prevalenti

Presenza di larve di colore bianchiccio, di piccole dimensioni (1-2 cm), che scavano gallerie nella polpa. I frutti attaccati marciscono rapidamente e cadono.

Causa probabile

Mosca della frutta

Nome scientifico

Ceratitis capitata


Come riconoscere la qualità

Le albicocche devono essere intere, sane, prive di lesioni provocate dal trasporto o da malattie.

La forma deve essere regolare, tipica della varietà.

I frutti vengono suddivisi commercialmente in 3 categorie:

extra: devono avere la forma e il colore tipici della varietà; la buccia non deve presentare lesioni;

1 categoria: la buccia non deve presentare lesioni e ammaccature di estensione superiore a 0,5 cm2;

2 categoria: le albicocche possono presentare qualche leggero difetto di forma e di colorazione; la buccia non deve presentare lesioni e ammaccature di estensione superiore a 1,5 cm2.

La conservazione

Le albicocche possono essere conservate in frigorifero per un periodo non superiore a 7-10 giorni, a una temperatura compresa tra 1 e 4 °C, a seconda della varietà.

Si consiglia di inserirle in sacchetti di plastica chiusi con un laccio. È bene che i sacchetti abbiano piccoli fori, che evitano il formarsi della condensa e che lasciano traspirare i frutti.

Per conservare le albicocche in modo più ordinato, possono essere utilizzati appositi cartoni o fogli di plastica sagomati, come quelli che gli ortolani collocano sul fondo delle cassette da frutta.

Le albicocche possono essere anche surgelate, a spicchi o a fette, e cosi conservate per un periodo di circa 6 mesi: le varietà a polpa più consistente si prestano meglio delle altre a questo tipo di conservazione.

Attenzione a…


Durante la raccolta dei frutti occorre fare attenzione a non danneggiare il rametto fruttifero, che è in grado di produrre ancora per parecchi anni.

Perciò, quando si effettua la torsione per staccarlo dalla pianta, è bene tenere il picciolo contemporaneamente tra l’indice e il pollice della mano libera, nel punto più vicino al frutto. In questo modo, se il movimento effettuato per raccogliere l’albicocca è brusco, il picciolo si può rompere, ma il dardo rimane intatto.


Primo piano

Piante d’Albicocco in vaso sono disponibili su Euro Plants Vivai.

Fotografie e Testo Copyright © PDPK di Mauro Panzarola. Ogni sua riproduzione è vietata. Tutti i Diritti sono Riservati.


Autore

Pubblicità Digitale PK di Mauro Panzarola

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