Il ciliegio appartiene alla famiglia delle Rosacee Prunoidee ( come il pesco, l’albicocco e il susino).
Si ritiene, in base agli studi più recenti, che sia originario della regione compresa tra il Mar Nero e il Mar Caspio.
Questa pianta era conosciuta già dal Greci e dal Romani, che la coltivavano e ne utilizzavano i frutti, freschi o in sciroppo.
Nel corso del Medioevo la coltivazione della specie è stata praticata, in modo saltuario, nell’Europa meridionale; nel Cinquecento si è diffusa su larga scala anche in Italia, a cominciare dalla Toscana, per poi estendersi a tutta l’Europa.
Il nostro è oggi il principale Paese europeo produttore di ciliegie destinate al consumo diretto; seguono Germania e Ungheria.
Nel resto dell’Europa la produzione è invece indirizzata all’industria delle marmellate, delle confetture e della frutta sciroppata.
Il ciliegio è coltivato negli orti familiari di diverse regioni italiane, sia nel Nord che nel Sud.
La coltivazione specializzata è però molto concentrata: circa i 3/4 italiano provengono dalla Campania, dall’Emilia-Romagna, dalla Puglia e dal Veneto meridionale.
La specie principale, dalla quale deriva la maggior parte delle varietà coltivate, è il Ciliegio Dolce (Prunus avium).
Dal Ciliegio Acido (Prunus cerasus) si ottengono le amarene, che hanno un sapore più aspro rispetto alle ciliegie.
L’albero di ciliegio dolce può raggiungere un’altezza di 7-8 m; il ciliegio acido, invece, non supera mai i 4-5 m.
Com’è fatta la Pianta
Il ciliegio è una pianta arborea che può produrre frutti in abbondanza per lungo tempo.
Quando la pianta è innestata su un portainnesto abbastanza vigoroso, si può avere un ricco raccolto per un periodo talvolta superiore ai 22-25 anni.
È bene però tener presente che il ciliegio incomincia a produrre frutti soltanto 4-5 anni dopo essere stato impiantato.
Quando la pianta è innestata su portinnesti poco vigorosi, il periodo produttivo è anticipato a 2-3 anni dopo l’impianto; esso ha però una durata inferiore, pari a 16-18 anni.
I Frutti
Le parti utilizzate come alimento sono i frutti, cioè le ciliegie e le amarene.
Le ciliegie hanno dimensioni piuttosto piccole (ognuna di esse può pesare dai 7 ai 14 g) e un colore differente a seconda della varietà.
In genere sono rosse, più o meno scure, talvolta quasi nere.
Le amarene sono di colore rosso più chiaro con sfumature bianche.
La polpa delle ciliege è morbida o soda, a seconda delle varietà, e di solito ha un sapore dolce.
Talvolta ha una colorazione chiara, altre volte è invece piuttosto scura.
La polpa delle amarena è soda, ha un sapore asprigno e una colorazione chiara.
Sia la polpa delle ciliege sia quella delle amarene non aderiscono bene al nocciolo, da cui si staccano conn molta facilità.
I frutti hanno una forma golosa, una superficie regolare e sono divisi in 2 parti da un solco profondo.
Il picciolo è piuttosto corto; di solito, durante la raccolta, si rompe nel punto in cui è collegato al ramo, per cui rimane attaccato al frutto.
All’interno del frutto, nella cavità centrale, è racchiuso il seme, di colore bruno chiaro, piuttosto piccolo.
Ha forma ovale, consistenza legnosa e una superficie liscia.
Il Fusto ed i rami
La pianta di ciliegio ha un unico fusto, di altezza variabile da 1/2 m a oltre 2 m. Il fusto sorregge la chioma. Questa è piuttosto ampia ed è formata da 3 tipi di rami di diversa grandezza.
Le branche primarie: sono in numero variabile da 3 a 6, a seconda della forma di allevamento.
Unite direttamente al tronco, raggiungono dimensioni abbastanza significative.
Le branche secondarie: derivano da quelle primarie e, insieme a queste, costituiscono lo scheletro permanente della chioma.
Vanno potate soltanto durante i primi anni della crescita, quando si deve dare la forma definitiva alla pianta;
I rami fruttiferi: sono collegati alle branche secondarie o direttamente alle primarie.
Su questi rami si sviluppano i fiori e i frutti.
Una volta che hanno fruttificato, vanno periodicamente rinnovati, attraverso una potatura ordinaria.
Le Radici
Le radici della pianta sono piuttosto voluminose.
Quando i ciliegi sono innestati su portinnesti tradizionali, che com’è noto, sono molto vigorosi, e radici si spingono nel terreno a una profondità superiore a 1 m.
Le radici delle piante innestate su portinnesti nanizzanti sono più superficiali: esse si sviluppano nel suolo a una profondità non superiore a 50-70 cm.
I Fiori e le foglie
I fiori hanno 5 petali di colore bianco; possono essere singoli oppure raggruppati in infiorescenze. La fioritura inizia a marzo ed è scalare; precede sempre l’emissione delle foglie.
Queste hanno forma ovale allungata e il margine più o meno seghettato, a seconda della varietà.
La pagina superiore è di colore verde, mentre la pagina inferiore è grigia.
Le foglie sono provviste di un picciolo che ha la lunghezza di metà foglia.
La crescita
Il ciliegio ha una crescita più lenta rispetto alle altre piante da frutto.
Il suo sviluppo si può suddividere in 4 fasi, come spieghiamo brevemente.
Fase improduttiva: per un periodo di 4-5 anni successivo all’impianto la pianta produce solo gli organi vegetativi: foglie, fusti, radici.
Fase di produttività crescente: la produzione, iniziata al quarto o quinto anno dopo l’impianto, aumenta fino a raggiungere il suo massimo livello quando il ciliegio ha 10-12 anni di vita.
Fase di produttività costante: la produzione continua a essere costante per un lungo periodo, fino a 20-22 anni.
Fase di produttività decrescente: a 20-22 anni dall’impianto la produzione inizia a calare a ritmi più o meno rapidi secondo la varietà.
Dopo circa 2-3 anni dall’avvio di questa fase si consiglia di estirpare le piante, di effettuare cioè il cosiddetto espianto.
I tempi delle lavorazioni diventano infatti troppo lunghi e i costi troppo elevati rispetto alla produzione che si riesce a conseguire.
L’epoca in cui praticare l’espianto dipende dalla varietà e dalle condizioni di salute delle piante.
La temperatura ottimale per la crescita del ciliegio è compresa tra i 16 e i 20 °C, la massima tollerata è di 28-29 °C.
Le esigenze ambientali
Il ciliegio per crescere richiede molta luce: predilige perciò una posizione soleggiata.
Non tollera l’ombra neppure per poche ore al giorno.
Questa pianta può essere coltivata anche in collina, fino a 1000 m di altitudine, dato che resiste abbastanza bene al freddo.
Durante l’inverno tollera una temperatura fino a -20 ° C senza subire danni, perché perde le foglie ed entra nello stadio di riposo vegetativo.
Il periodo più critico coincide con l’inizio della primavera: le brinate che si verificano in questa stagione possono infatti distruggere i fiori che sono appena sbocciati.
Per questo motivo è preferibile non coltivare il ciliegio nelle località in cui l’inverno dura a lungo, dove c’è il rischio di brinate anche a primavera inoltrata.
La pianta stenta a crescere anche nelle zone molto ventose e inquelle caratterizzate da un clima particolarmente caldo e secco.
Il terreno più adatto per la crescita del ciliegio è fresco, ricco di sostanza organica e neutro: il pH ottimale è compreso tra i valori 6,5 e 7,5.
Le varietà principali
Tutte le varietà disponibili su Euro Plants Vivai presentate per epoca di maturazione sono disponibili nella seguente guida: Guida Epoca Maturazione Ciliegio.
Il Terreno
Prima di impiantare il ciliegio, è necessario lavorare il terreno con molta cura.
Nel periodo che va da metà agosto alla fine di settembre, è bene eseguire uno scasso a una profondità equivalente almeno a quella che raggiungeranno le radici della pianta adulta.
Se il ciliegio à innestato su portinnesti tradizionali, molto vigorosi, o scasso va effettuato a una profondità di 120 cm.
Se invece sono stati utilizzati portinnesti nanizzanti, non si deve spingere la lavorazione oltre i 60-80 cm.
Prima dell’impianto in pieno campo è inoltre necessario lavorare il terreno con la zappa e il rastrello per sminuzzare le zolle e livellare la superficie.
Per soddisfare le esigenze di una famiglia formata da 4 persone è sufficiente coltivare una pianta di ciliegio, se il portainnesto è vigoroso; ne occorrono invece due o tre se il portainnesto è debole.
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La Potatura
La coltivazione delle piante del Ciliegio richiede potature regolari, che vengono eseguite con procedimenti leggermente differenti a seconda della varietà.
La potatura ordinaria, quella che viene comunemente effettuata, risponde a due diversi scopi.
Potatura di allevamento
Durante i primi anni di crescita è bene effettuare una serie di tagli per dare alla Pianta la forma definitiva che si è scelta, cioè la cosiddetta forma di allevamento.
Questo primo tipo di intervento prende il nome di potatura di allevamento e, di solito, termina dopo circa 4 anni dall’impianto, quando la struttura della chioma della Pianta è in pratica completa.
Le Piante di Ciliegio in vaso acquistate su Euro Plants Vivai, dovranno seguire in parte questo passaggio, in quanto sono già impalcate.
Potatura di produzione
Quando la Pianta inizia a produrre frutti, dopo 2-3 anni dall’impianto, è necessario intervenire annualmente con una potatura regolare, per rinnovare i rami che hanno già fruttificato.
L’operazione consiste, dunque, nell’eliminazione dei rami vecchi per consentire lo sviluppo di quelli giovani, che produrranno nuovi frutti.
Questo secondo tipo d’intervento si chiama potatura di produzione.
Tale operazione viene effettuata duranti i mesi invernali, in un arco di tempo che va dalla caduta delle foglie a 2-3 settimane prima del previsto germogliamento, cioè nella fase del cosiddetto riposo vegetativo.
Vi è un periodo della durata di 2-3 anni, nel quale la potatura di allevamento si esegue contemporaneamente a quella di produzione.
In pratica, con un unica operazione un potatore esperto modifica la forma della Pianta e asporta i rami da frutto che hanno già prodotto e sono ormai esauriti.
La potatura di produzione richiede una tecnica differente a seconda dei rami fruttiferi.
I dardi fioriferi
I dardi fioriferi non devono essere mai potati perchè hanno un ciclo produttivo molto lungo.
Brindilli o rami misti
I brindilli o rami misti, che invece hanno un ciclo produttivo di un solo anno, devono essere eliminati nella misura media del 50%.
Sulla Pianta si possono trovare contemporaneamente brindilli e rami misti dell’anno scorso, che devono ancora fruttificare, ed altri dell’anno precedente, che hanno già prodotto frutti.
Solo questi ultimi devono essere eliminati.
I lavori da eseguire durante la coltivazione
Oltre alla potatura, è bene eseguire ogni anno una o più sarchiature tra le file, per arieggiare lo strato superficiale del terreno ed eliminare le eventuali erbe infestanti.
Se si utilizzano portainnesto nanizzanti, occorre fare attenzione a non spingere queste lavorazioni ad una profondità superiore ai 20-25 cm. per non danneggiare le radici delle Piante, che si sviluppano piuttosto in superficie.
Per quasi tutte le varietà è necessario effettuare un diradamento dei frutti.
I Ciliegi, infatti, tendono a produrne in quantità notevole.
Non tutti, però, devono essere lasciati maturare, perchè alla fine si otterrebbe una produzione di Ciliegi piccoli e di qualità scadente.
È necessario, pertanto, asportare i frutti più piccoli e deboli, o quelli che crescono a distanza troppo ravvicinata ostacolandosi a vicenda.
Tale operazione va di solito effettuata circa un mese dopo la fioritura, cioè dalla seconda metà d’Aprile, all’inizio di Maggio, a seconda delle zone.
Negli Orti familiari, poiché il numero di Piante presenti è ridotto, questa operazione viene eseguita manualmente.
La concimazione
Il Ciliegio richiede una concimazione media.
La concimazione di impianto si esegue contemporaneamente allo scasso, mescolando alla terra letame o compost ben maturi, in ragione di 6-7 Kg/mq.
In alternativa, si possono distribuire concimi chimici, fornendo tutto il fosforo, il potassio ed il calcio necessari e una quantità d’azoto pari a circa 1/2 od al massimo 2/3 della dose consigliata nella tabella, sotto forma di concime a lento effetto (urea o un altro concime contenente azoto ammoniacale).
In Primavera, 2-3 settimane prima del germogliamento, si distribuisce la rimanente dose di azoto, sotto forma di concime a pronto effetto, che contiene cioè azoto nitrico.
Durante gli anni successivi all’impianto, si somministrano concimi chimici, secondo le dosi consigliate nella tabella, suddividendo la concimazione in due (2) fasi.
Per arricchire il terreno di sostanza organica, è necessario effettuare anche una concimazione autunnale con letame o compost, in ragione di 7-8 Kg/mq, almeno ogni tre (3) mesi.
In questo caso, la concimazione organica sostituisce quella chimica, che perciò non deve essere eseguita nel corso dell’anno.
I concimi devono essere sempre somministrati sulla superficie del terreno e, successivamente, interrati con una zappatura praticata ad una profondità di 20-25 cm.
Quantità media di principio attivo necessaria per ogni KG di prodotto
- Azoto (N) g 7
- Anidride fosforica (P2O5) g 3,5
- Ossido di potassio (K2O) g 7
- Ossido di calcio (CaO) g 2,5
Quantità media di principio attivo necessaria per Mq di terreno
- Azoto (N) g 140
- Anidride fosforica (P2O5) g 70
- Ossido di potassio (K2O) g 140
- Ossido di calcio (CaO) g 50
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Il Ciliegio, per svilupparsi, richiede, la somministrazione di una discreta quantità d’acqua: circa 600 mm. all’anno, concentrati in Primavera ed in Estate.
È consigliabile, pertanto, adottare un sistema d’irrigazione che permetta ogni volta di apportare quantità limitate d’acqua, come per esempio il sistema a goccia o quello a pioggia lenta.
Bisogna evitare anche gli eccessi: un apporto d’acqua esagerato, infatti, favorisce la crescita delle foglie e dei germogli a scapito di quella dei frutti e riduce la consistenza della polpa, rendendo così i Ciliegi meno conservabili e compromettendone la qualità.
Inoltre, un irrigazione troppo abbondante, soprattutto se eseguita dopo un periodo di siccità, può provocare un precoce accrescimento della polpa che, gonfiandosi d’acqua, non permette alla buccia di svilupparsi.
Questo fenomeno, che interessa soprattutto i Ciliegi con la buccia sottile, prende il nome di cracking.
I frutti si spaccano ed ovviamente non possono essere commercializzati.
Quando si adotta il metodo d’irrigazione a pioggia, è preferibile distribuire l’acqua sul terreno e non direttamente sulle Piante.
È bene infatti d’evitare di bagnare i frutti, soprattutto durante le ore più calde della giornata, perchè le goccioline d’acqua si comportano come una lente e concentrano i raggi del sole sulla loro superficie provocando gravi ustioni.
Inoltre, l’eccesso d’umidità sulla pianta può facilmente determinare l’insorgere di marciumi.
La raccolta
La raccolta delle ciliegie va eseguita in epoche diverse a seconda delle varietà.
Le varietà precoci e molto precoci, che vengono coltivato soprattutto nell’Italia meridionale, devono essere raccolte entro la prima metà di giugno.
Le varietà a maturazione media si raccolgono da metà giugno all’inizio di luglio; le tardive dopo la prima decade di luglio.
La raccolta è sempre scalare e deve essere effettuata in più riprese, in media 2 volte ogni 7 giorni per 1-2 settimane, man mano che i frutti maturano.
L’operazione va fatta staccando il picciolo della ciliegia dal ramo a cui è collegato, afferrando il frutto con una mano e operando una leggera torsione.
La conservazione
Le ciliegie possono essere conservate in frigorifero per un breve periodo di tempo, non superiore a 7-10 giorni, a una temperatura compresa tra 1 e 4 °C, a seconda della varietà.
Si consiglia di metterle in un sacchetto di plastica chiuso da un laccio.
È preferibile che il sacchetto sia provvisto di piccolissimi fori, che lascino traspirare i frutti e che impediscano il formarsi della condensa all’interno.
Le ciliegie possono anche essere surgelate, intere o tagliate a metà, e cosi conservate per un periodo di circa 6 mesi.
Le varietà che presentano la polpa più consistente sono le più adatte a questo tipo di conservazione.
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